
PROM in gravidanza: cause, complicazioni e come intervenire
- Cosa significa PROM in gravidanza?
- Cos’è il sacco amniotico?
- Rottura prematura e rottura pretermine: le differenze
- Quali sono le cause della PROM in gravidanza?
- Quali sono i sintomi della PROM in gravidanza?
- Quali sono le complicazioni della PROM in gravidanza?
- Come si diagnostica la PROM in gravidanza?
- Come si gestisce una PROM in gravidanza?
- Si può prevenire la PROM in gravidanza?
Il periodo della gravidanza è, per ogni donna, un momento di grande gioia ma anche di grande tensione; l’imprevisto può essere sempre dietro l’angolo e, nonostante non sia comune, è possibile avere a che fare con il rischio di complicazioni. Tra queste, rientra anche la PROM.
Cosa significa PROM in gravidanza?
L’acronimo PROM indica la rottura prematura delle membrane amnio-coriali (quindi del sacco amniotico) causando perdita di liquido amniotico prima dell’inizio del travaglio. Può accadere in qualsiasi momento della gravidanza e può comportare anche perdite vaginali muco-ematiche, perdite ematiche e sensazione di pressione a livello pelvico.
La PROM può avvenire per cause diverse, ma gli esperti ritengono che a giocare un ruolo decisivo siano le infezioni vaginali e urinarie, che si diffondono tramite agenti infettivi.
Cos’è il sacco amniotico?
Per comprendere in cosa consista il sacco amniotico, si può immaginare una sacca trasparente che avvolge il bambino all’interno del grembo materno. Inizialmente le membrane che lo delimitano sono a stretto contatto con l’embrione, mentre dopo circa 4-5 settimane il sacco si espande per via dell’accumulo del liquido amniotico.
Il liquido aumenta fino al sesto-settimo mese di gravidanza, per poi diminuire gradualmente sul finire della gravidanza e all’avvicinarsi del parto.
Le funzioni del sacco amniotico possono essere suddivise in tre grandi categorie:
- funzione meccanica;
- funzione immunologica;
- funzione biochimica.
Normalmente, il sacco amniotico si rompe spontaneamente al termine della gravidanza, quando il bambino “decide” di venire al mondo (e qui avviene la cosiddetta “rottura delle acque”) e ha inizio il travaglio. Può capitare, però, che il sacco amniotico si rompa prima del termine e richieda un intervento tempestivo per la salvaguardia della salute di mamma e figlio.
Rottura prematura e rottura pretermine: le differenze
Quando si ha una rottura precoce delle membrane amnio-coriali si parla indistintamente di rottura prematura o di rottura pretermine. In realtà, le due diciture indicano due fenomeni diversi tra loro:
- la rottura prematura delle membrane amnio-coriali, la cosiddetta PROM (dall’inglese Premature Rupture Of Membranes) consiste nella lacerazione del sacco amniotico prima dell’inizio del travaglio ma, comunque, dopo le 37 settimane di gravidanza (non a caso, si verifica nel 10% dei casi);
- la rottura pretermine delle membrane amnio-coriali, cioè la PPROM (dall’inglese Preterm Premature Rupture of Membranes), invece, consiste nella lacerazione del sacco amniotico prima della 37esima settimana, quindi in largo anticipo rispetto a una completa maturazione del feto. Si tratta di una vera e propria complicazione della gravidanza.
In ogni caso, PROM e PPROM vengono utilizzate indifferentemente per indicare una rottura delle membrane anticipata rispetto al previsto.
Quali sono le cause della PROM in gravidanza?
Le membrane amnio-coriali si rompono a fine gravidanza e prima del travaglio per via di un loro fisiologico indebolimento o per via delle contrazioni; se, però, si rompono in anticipo, allora è possibile che la partoriente abbia sviluppato un’infezione a livello dell’utero.
I principali fattori di rischio della PROM sono:
- assistenza prenatale scadente o non particolarmente accurata;
- presenza di infezioni a trasmissione sessuale, come clamidia e gonorrea;
- gravidanza gemellare, che causa un’eccessiva pressione sulle membrane;
- casi precedenti di parti prematuri;
- sanguinamento vaginale;
- esposizione al fumo passivo.
Nella maggior parte dei casi, però, le cause e i motivi rimangono sconosciuti.
Quali sono i sintomi della PROM in gravidanza?
Il primo, chiaro ed evidente, sintomo della rottura delle membrane consiste nell’abbondante perdita di liquido (di norma trasparente) dalla vagina, che non riesce a fluire attraverso i vestiti. In alcuni casi, però, la quantità di liquido è abbastanza ridotta, tanto da poter essere contenuta con un semplice assorbente di cotone; questo può aiutare a ottenere una diagnosi corretta, soprattutto perché il liquido amniotico, a differenza dell’urina, è incolore e ha un odore più dolce e delicato.
Quali sono le complicazioni della PROM in gravidanza?
Le complicazioni derivanti dalla PROM sono tanto più gravi quanto più è lontano il termine della gestazione. Possono comprendere:
- rischio di infezione per mamma e figlio;
- oligoidramnios, cioè insufficienza di liquido amniotico;
- mortalità perinatale;
- emorragia intraventricolare;
- sindrome da distress respiratorio nel neonato;
- ipoplasia polmonare del bambino;
- necessità di ricorrere a un parto cesareo.
Fondamentale, in questi casi, l’intervento tempestivo per arginare le conseguenze.
Come si diagnostica la PROM in gravidanza?
La diagnosi di PROM in gravidanza avviene prevalentemente su base clinica: all’interno della vagina devono essere presenti liquido amniotico, o vernice caseosa visibile o meconio. Se questo primo passaggio non dovesse risolvere i dubbi, è possibile procedere con esami specifici:
- PROM test: è molto simile al test di gravidanza, infatti si raccoglie un campione di secrezione vaginale su un tampone e si immerge in un liquido reagente. Se compaiono due strisce allora si tratta di liquido amniotico. Da sottolineare che il test non è attendibile al 100%, quindi un test negativo non esclude totalmente che si possa comunque trattare di perdita di liquido amniotico;
- esame vaginale con speculum: permette di visualizzare l’interno della vagina e, quindi, la presenza di liquido;
- ecografia ostetrica: una quantità eccessiva di liquido amniotico potrebbe far sospettare la PPROM, ma potrebbe anche provenire da una lacerazione “alta” del sacco amniotico.
Questi test sono molto importanti perché permettono anche di distinguere una reale rottura del sacco amniotico da altre condizioni assolutamente innocue, come:
- idrorrea gravidica: prevede la perdita di liquido trasparente causato dal fatto che, in gravidanza, i genitali materni diventano particolarmente vascolarizzati, ma non indicano né infezione, né alcuna patologia;
- incontinenza urinaria: alcune donne in gravidanza possono perdere urina a seguito di colpi di tosse e starnuti.
Ottenere una diagnosi certa e corretta è indispensabile per consentire al personale medico, come i ginecologi esperti di Studio Ambrosini Padova, di intervenire adeguatamente e per tempo.
Come si gestisce una PROM in gravidanza?
Come già detto, la rottura prematura delle membrane amnio-coriali può essere causata da fattori diversi, in primis le infezioni urinarie e vaginali. Detto ciò, è fondamentale monitorare il rischio infettivo, evitando che si propaghi ulteriormente, e l’unico modo per farlo è recandosi al pronto soccorso ostetrico; qui, dopo aver accertato la PROM, si procede solitamente con il ricovero della partoriente.
Successivamente, l’approccio terapeutico viene stabilito tenendo conto di alcuni fattori:
- stato di salute generale di mamma e figlio;
- settimana di gravidanza;
- quantità di liquido amniotico rimasta;
- esigenze della madre.
Le strade da percorrere, così come suggerito dai ginecologi di Studio Ambrosini Padova, possono essere molteplici, ma le principali sono sicuramente le seguenti:
- attendere circa 24 ore per un parto naturale, soprattutto se la partoriente ha già oltrepassato la 37esima settimana;
- dare modo alle membrane di ripararsi spontaneamente, il che avviene ad esempio in caso di amniocentesi;
- ospedalizzare la paziente, in modo da monitorare costantemente le condizioni del feto e farlo nascere se fosse necessario;
- somministrare cortisonici per indurre, favorire o accelerare la maturazione dei polmoni del feto e affrontare più
- serenamente un parto pretermine;
- somministrare antibiotici, in caso di infezione;
- somministrare farmaci tocolitici, che riducono le contrazioni.
In ogni caso, l’obiettivo di qualsiasi approccio scelto è di far sì che la madre arrivi in condizioni di sicurezza fino alla 34esima settimana di gravidanza, cioè il momento ideale per indurre il parto con la consapevolezza che il nascituro possa affrontare una nascita prematura.
Si può prevenire la PROM in gravidanza?
Purtroppo no, nella maggior parte dei casi non è possibile prevenire la rottura delle membrane amnio-coriali. Sicuramente può aiutare smettere di fumare (che fa sempre bene), ma ciò non impedisce un’eventuale lacerazione prematura del sacco amniotico, dettata solo e soltanto da una combinazione sfortunata di eventi.
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