Isterosonografia e Isterosonosalpingografia Studio Ambrosini Padova
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Isterosonografia e Isterosonosalpingografia

La isterosonografia (anche detta sonoisterografia) e l’isterosonosalpingografia (anche detta sonoisterosalpingografia) sono due esami diagnostici ginecologiche che prevedono lo studio della cavità uterina, il primo, e anche delle salpingi, il secondo, utilizzando una sonda ecografica e un mezzo di contrasto.

Indicazioni all’esecuzione

Una sonoisterografia viene richiesta quando ad una ecografia transvaginale si rilevano elementi di sospetto nella cavità uterina come miomi, polipi, difetti congeniti, aderenze o sinechie uterine o altre patologie dell’utero o dell’endometrio. La visualizzazione delle tube, invece, ovvero la sonoisterosalpingografia, viene richiesta quando è necessario studiare la pervietà delle tube o la presenza di patologie tubariche. In particolare, è un esame richiesto nel percorso di procreazione medicalmente assistita per valutare la possibilità di effettuare un trattamento di I livello (o inseminazione intrauterina).

Requisiti per l’esecuzione della sonoisterografia

L’esame richiede alcuni requisiti per essere effettuato:

  • Che la donna non sia gravida: per tale motivo viene generalmente richiesto un dosaggio del Beta-HCG plasmatico prima di procedere all’esame.
  • Che la donna si trovi nella fase follicolare del ciclo, ovvero tra il 6 e il 12 giorno di ciclo, per permettere una buona visualizzazione dell’endometrio. Eventuali modifiche a tale indicazione sono su decisione medica specifica.
  • Che non vi siano patologie infettive pelviche note, come la malattia infiammatoria pelvica.
  • Che il canale cervicale sia pervio, perchè altrimenti non sarebbe possibile iniettare mezzo di contrasto all’interno dell’utero.

Come viene eseguita la sonoisterografia?

La tecnica di esecuzione è relativamente semplice e la durata è di circa 15 minuti. Non provoca dolore alla paziente anche se, in alcuni casi, l’utilizzo del catetere transcervicale può causare dei piccoli sanguinamenti.

Preparazione

La donna viene invitata ad assumere una posizione ginecologica. Successivamente viene effettuata una ecografia transvaginale di controllo prima di procedere all’esame. Eventualmente, con l’ecografia transvaginale può essere acceso il doppler, al fine di visualizzare la vascolarizzazione di polipi o altre ecostrutture.

Esecuzione dell’esame

Come prima azione viene posizionato uno speculum e inserito un sottile catetere nel canale cervicale. Successivamente si riesegue l’ecografia transvaginale mentre, tramite il cateterino, si inietta lentamente un mezzo di contrasto (almeno 5 cc) che permette la visualizzazione della cavità uterina e delle tube. In particolare, per visualizzare la pervietà tubarica è necessario che il contrasto attraversi le tube (colorandole all’ecografia) e si riversi nella cavità peritoneale. Eventuali strutture che improntino la cavità uterina sono evidenziabili come immagini di “minus”, ovvero come riduzioni dello spazio che normalmente dovrebbe occupare la cavità endometriale.

Ricostruzione 3D dell’immagine

Successivamente, grazie ai programmi di elaborazione dell’ecografo è possibile effettuare una ricostruzione 3D della cavità uterina e delle tube. Ciò permette di evidenziare patologie che improntano la cavità uterina o la non pervietà tubarica. Inoltre, eventuali anomalie congenite come l’utero didelfo o l’utero setto sono evidenziabili agevolmente.

Implicazioni cliniche

Qualora si riscontrino anomalie all’esame, è necessario scegliere il miglior percorso terapeutico. Per esempio, un polipo, un mioma sottomucoso o un utero setto generalmente possono essere operati con una isteroscopia operativa per la rimozione del problema. Un grosso mioma con componente intramurale, invece, potrebbe ricevere l’indicazione ad un intervento di rimozione in laparoscopia. La non pervietà tubarica potrebbe, viceversa, comportare il passaggio da un trattamento di I livello a uno di II livello (ovvero con fecondazione in vitro) per donne che stanno eseguendo accertamenti per la un percorso di procreazione medicalmente assistita. È opportuno riconoscere, inoltre, che in alcuni casi la sola esecuzione dell’esame può risolvere il problema dell’ostruzione tubarica, dal momento che il liquido iniettato può distendere le pareti delle tube.

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