
Infertilità maschile
L’infertilità maschile è un problema che affligge un gran numero di uomini. Se, fino a qualche tempo fa, di fronte a una mancata gravidanza si tendeva a dare la “colpa” solo ed esclusivamente alle donne, oggi le cose sono ben diverse: circa il 50% delle situazioni di infertilità di coppia, infatti, è da associare a problematiche maschili.
Cause dell’infertilità maschile
Identificare le cause dell’infertilità maschile non è sempre possibile ma, secondo diversi studi, è stato rilevato che la qualità del liquido seminale è notevolmente peggiorato negli ultimi 50 anni; questo deriva, probabilmente, da un forte cambiamento nelle abitudini quotidiane e nello stile di vita, fin troppo spesso contraddistinti da stress, fumo, alcool, inquinamento ambientale e ambienti di lavoro non sempre gratificanti.
In linea di massima, le cause di infertilità nell’uomo si possono dividere in tre categorie:
- cause pre-testicolari: malattie dell’ipotalamo, dell’ipofisi o altre malattie endocrine;
- cause testicolari: alterazioni della produzione degli spermatozoi;
- cause post-testicolari: alterazioni delle vie seminali e disfunzioni sessuali.
Eccole più nel dettaglio:
Cause di infertilità maschile pre-testicolari
Tra le cause pre-testicolari rientrano le malattie delle ghiandole che regolano lo sviluppo e mantengono la normale spermatogenesi. L’ipogonadismo ipogonadotropinemico, infatti, è una malattia endocrinologica che comporta la mancanza di quegli stimoli endocrini superiori in grado di far sviluppare il testicolo e permettergli di iniziare la sua regolare funzione sia nella produzione di ormoni maschili, sia di spermatozoi.
Cause di infertilità maschile testicolari
Le cause testicolari possono essere suddivise in primitive e secondarie. In particolare, le cause primitive sono legate prevalentemente ad anomalie congenite, cromosomiche o genetiche. Tra queste rientra la sindrome di Klinefelter, che comporta la presenza di un cromosoma in più. Ci sono, poi, le alterazioni causate da infiammazioni che, a loro volta, derivano da infezioni tipiche dei genitali maschili (per esempio, l’orchite parotitica bilaterale). É possibile avere a che fare, poi, con il criptorchidismo, cioè la mancata discesa del testicolo nella borsa scrotale, il che ne inibisce la capacità germinativa.
Da non sottovalutare, poi, il varicocele: può essere definito come una dilatazione varicosa delle vene spermatiche interne che hanno origine nel complesso testicolare, risalgono lungo il cordone spermatico nel canale inguinale e poi una parte si getta nella vena epigastrica, mentre l’altra parte (più sostanziosa) risale verso l’altro per confluire a destra nella vena cava inferiore e a sinistra nella vena renale.
Il varicocele può provocare un forte dolore nell’area scrotale interessata, che tende ad aumentare in posizione eretta, ed è tra le principali cause dell’infertilità maschile: il reflusso venoso che proviene dalla vena renale, infatti, sembrerebbe determinare in alcuni casi un’alta concentrazione di sostanze tossiche che vanno a danneggiare l’epitelio germinativo del testicolo. Solitamente il problema può essere risolto tramite intervento chirurgico.
Cause di infertilità maschile post-testicolari
Le cause post-testicolari derivano principalmente da ostruzioni delle vie escretrici, cioè quelle vie che consentono la fuoriuscita degli spermatozoi. Queste ostruzioni possono localizzarsi su vari livelli e scaturiscono da cause congenite o acquisite: le prime sono le più frequenti e interessano il livello del deferente, mentre le seconde derivano da infiammazioni o lesioni traumatiche.
Altre cause dell’infertilità maschile
Oltre alle cause finora elencate, possono esserci altri fattori di rischio in merito all’infertilità dell’uomo, che possono essere ricercate e rilevate solo da medici specializzati. Si tratta di:
- infezioni uro-seminali: consistono in stati infiammatori o infettivi delle vie seminali che possono danneggiare gli spermatozoi, la prostata, i canali e le vescicole seminali;
- febbre: un episodio febbrile può incidere sulla capacità riproduttiva maschile dai 60 ai 180 giorni;
- fonti di calore: indumenti in poliestere o troppo stretti, che aumentano la temperatura corporea, possono influenzare il livello di fertilità;
- epididimite: si tratta di un’infiammazione acuta o cronica dell’epididimo, un organo che si trova dietro al testicolo e svolge un’importante funzione nella produzione del liquido seminale;
- anticorpi antispermatozoi: la loro presenza riduce la capacità fecondante degli spermatozoi e può ostacolare il loro percorso nelle vie genitali femminili;
- disfunzione erettile: è la causa del 5% dei casi di infertilità;
- malattie trasmesse sessualmente: papillomavirus, sifilide, gonorrea e clamidia possono causare infertilità;
- farmaci: l’assunzione di alcuni farmaci, come gli antitumorali o quelli per il trattamento di ipertensione e ipercolesterolemia, rientra tra i fattori di rischio;
- interventi chirurgici: i trattamenti chirurgici dell’apparato genito-urinario o delle ernie inguinali possono modificare, anche in modo permanente, la capacità riproduttiva maschile;
- stile di vita: l’uso eccessivo di tabacco o cannabis, di alcolici o droghe può interferire con la produzione di spermatozoi;
- fattori ambientali: vivere circondati da pesticidi, solventi, vernici, radiazioni o materie plastiche può ridurre la fertilità.
Sintomi dell’infertilità maschile
Se le cause dell’infertilità maschile sono davvero numerose, lo stesso non si può dire per i sintomi, pressoché assenti. Fanno eccezione solo la presenza del varicocele, che può dare una sensazione di fastidio o pesantezza a livello dello scroto, e gli stati infiammatori a carico dei canali uro-seminali, che spesso comportano minzione frequente e bruciore sia urinario, che eiaculatorio.
Come si diagnostica l’infertilità maschile
É possibile ottenere una diagnosi di infertilità maschile solo e soltanto dopo essersi sottoposti a una serie di esami, categoricamente prescritti e suggeriti da un medico specializzato.
Spermiogramma
Lo spermiogramma è il primo esame che un uomo deve effettuare per valutare le condizioni dello sperma e degli spermatozoi. L’iter permette di monitorare il volume, il pH, la concentrazione, la morfologia, la motilità, la viscosità, i leucociti, le cellule spermatogenetiche e la formazione di agglomerati provocati dalla presenza di autoanticorpi e infezioni in atto.
Prima di eseguirlo bisogna astenersi dai rapporti sessuali per almeno 3-5 giorni ed è necessario valutare almeno due eiaculati, ottenuti a non meno di 2-5 mesi l’uno dall’altro, per ottenere un risultato sicuro e affidabile.
Test di funzionalità spermatica
Il test di funzionalità spermatica si articola in più parti, tutte estremamente utili e funzionali per ottenere un quadro chiaro e definito:
- test TUNEL, SCSA, HALO: permette di identificare i casi di alterazione del DNA degli spermatozoi ed è fondamentale quando il numero e la motilità degli spermatozoi rilevati dallo spermiogramma non sono del tutto normali;
- MAR-Test: consente di rilevare la presenza di anticorpi antispermatozoi;
- esame batteriologico;
- ecografia prostato-vescicolare;
- analisi genetiche;
- biopsia testicolare.
In base ai risultati ottenuti è possibile, successivamente, valutare i possibili trattamenti.
Infertilità maschile: come intervenire
Al giorno d’oggi si hanno talmente tante conoscenze dal punto di vista fisiopatologico sull’apparato riproduttivo maschile da aver potuto migliorare le possibilità di prevenzione, diagnosi e trattamento dell’infertilità sia maschile, sia di coppia.
Le terapie migliori per intervenire su l’infertilità nell’uomo possono essere distinte in mediche e chirurgiche; entrambe hanno l’obiettivo di incentivare il numero, la motilità e la forma degli spermatozoi, migliorandoli dal punto di vista sia quantitativo, che qualitativo.
Terapie mediche per l’infertilità maschile
L’infertilità maschile può essere trattata attraverso terapie mediche basate sull’uso di determinate sostanze, come gli antibiotici, indicate soprattutto in caso di infezioni quali epididimiti, orchiti e prostatiti che, se non curate, possono compromettere in modo irreversibile la capacità riproduttiva.
Nello specifico, le infezioni possono modificare in vario modo lo spermiogramma e dare diversi risultati:
- oligozoospermia: riduzione del numero di spematozoi;
- astenozoospermia: riduzione della motilità degli spermatozoi;
- variazioni del pH del liquido seminale;
- alterazioni della viscosità e della fluidificazione del liquido seminale: ostacolano l’avanzamento degli spermatozoi nelle vie genitali femminili;
- ipoposia: riduzione del volume seminale.
Considerando che il danno provocato da un’infezione è progressivo, è fondamentale che le terapie siano adeguatamente lunghe (almeno 15-20 giorni) e che i controlli si ripetano nel corso del tempo.
Inoltre, bisogna sempre prestare attenzione alle infezioni delle vie genitali a trasmissione sessuale. Il percorso da seguire dovrebbe comprendere:
- la diagnosi precoce dell’infezione;
- l’approfondimento della diagnosi al sorgere dei primi sintomi;
- una terapia mirata, per evitare recidive.
Se le infezioni genitali si presentano in una coppia che sta cercando una gravidanza, è sempre consigliato trattare contemporaneamente entrambi i partner, in modo che l’infezione non rimbalzi dall’uno all’altro.
Farmaci utilizzati per il trattamento dell’infertilità maschile
In merito alle terapie mediche, sono diversi le tipologie di farmaci prescritte ai pazienti per il trattamento dell’infertilità maschile:
- antibiotici: frequentemente utilizzati in caso di infezioni alle vie genitali;
- attivatori metabolici: utili per aumentare la motilità degli spermatozoi;
- antiossidanti: impiegati per il trattamento di infiammazioni genitali.
Esiste, poi, anche una terapia ormonale dell’infertilità maschile, che si rivela valida nei casi di oligozoospermia, cioè di riduzione del numero di spermatozoi.
Terapie chirurgiche per l’infertilità maschile
L’infertilità maschile può essere trattata anche chirurgicamente e, in questo caso, si può ricorrere a 3 grandi categorie di interventi:
- ricanalizzazione della via seminale in caso di ostruzione;
- correzione del varicocele in caso di un’alterazione della circolazione venosa del testicolo;
- correzione di malformazioni del pene.
Ecco in cosa consistono:
Interventi di ricanalizzazione della via seminale
Questo tipo di intervento è indicato in presenza di un’ostruzione della via seminale. Esistono due metodi per ricanalizzare:
- la vaso vasostomia: si asporta una porzione di dotto deferente chiuso;
- la epididimo vasostomia: si asporta una parte di dotto deferente molto vicina all’epididimo e, attraverso quest’ultimo, ricanalizzata.
I risultati del trattamento tramite vaso vasostomia dipendono dall’intervallo ostruttivo: più questo è maggiore e più basse sono le probabilità che l’intervento riesca.
Interventi di correzione del varicocele
Tra le varie cause di infertilità maschile, il varicocele è sicuramente quella più correggibile, dato che consiste in una dilatazione anomala delle vene del plesso pampiniforme che drenano il sangue dal testicolo verso il rene ed è facilmente risolvibile.
Solitamente, si procede con la sclerotizzazione anterograda secondo Tauber, un intervento mini invasivo che comporta un’incisione di circa 2 cm alla radice dello scroto attraverso la quale viene tirato fuori il funicolo spermatico (che contiene tutte le vene che drenano la circolazione del testicolo).
Una di queste vene viene isolata e incannulata; dopodiché viene iniettata una sostanza che crea una reazione infiammatoria in grado di generare un tappo all’interno delle vene, in modo che non si ripresenti più il reflusso di sangue verso il testicolo.
L’intervento viene effettuato in day hospital, dura circa 20 minuti e il paziente può lasciare l’ospedale dopo qualche ora di degenza. Inoltre, migliora i risultati della PMA con l’inseminazione intrauterina (IUI).
Interventi di correzione di malformazioni del pene o di innesto di protesi
Se l’infertilità maschile deriva da un’anomalia del pene (come un incurvamento congenito) o da un caso di grave impotenza, allora è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
Le operazioni di raddrizzamento del pene sono complementari alla chirurgia riproduttiva, così come l’impianto di protesi in pazienti giovani che, a causa di malattie cardiovascolari, metaboliche o interventi chirurgici, non riescono ad avere un’erezione sufficiente che deponga correttamente il liquido seminale.
Differenza tra infertilità e sterilità maschili
Molto spesso, i termini infertilità e sterilità vengono sovrapposti e utilizzati come sinonimi, ma in modo del tutto improprio: la sterilità è l’incapacità di concepire, mentre l’infertilità è l’impossibilità di portare a termine la gravidanza con la nascita di un bambino sano.
La differenza non è solo a livello concettuale, ma anche pratico, perché gli esami e i trattamenti da adottare sono completamente diversi, tanto che in medicina si distinguono 3 differenti tipi di sterilità:
- sterilità primaria: si riferisce alle coppie che non sono mai state in grado di concepire;
- sterilità secondaria: relativa alle coppie che non sono più riuscite a concepire dopo una prima gravidanza;
- sterilità idiopatica o inspiegata: si presenta quando non si rilevano cause specifiche di mancato concepimento e, quindi, si ricorre anche alla componente psicologica.
Il consiglio è di affidarsi sempre e comunque nelle mani esperte di medici specializzati che, dopo un incontro iniziale, sapranno sicuramente suggerire gli esami e i controlli più adatti, risalire all’origine del problema e indicare le terapie adeguate al caso specifico.
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