
Ecografia transvaginale: quando si fa e a cosa serve?
Che cos’è l’ecografia transvaginale? Quando parliamo di questo specifico esame diagnostico dobbiamo fare molta attenzione. Sempre più spesso, infatti, si sbaglia il nome e si parla erroneamente di ecografia tranvaginale o ecografia trasvaginale. Incappare nell’utilizzo, seppur erroneo, di trasvaginale è però meno sbagliato che utilizzare il primo termine. Perché? Per comprenderlo dobbiamo far riferimento all’origine del vocabolo. La parola è composta da trans e vaginale. Vaginale fa riferimento alla vagina, l’organo femminile. Trans, dal latino, vuol dire: “al di là, attraverso”. Nell’evoluzione della lingua italiana questo prefisso si è trasformato, soprattutto in alcuni casi, in tras. Un esempio lo troviamo nella parola “trasportare” ovvero portare attraverso. Compreso il significato del termine risulta più semplice capire cosa sia questa particolare ecografia che viene eseguita ‘attraverso’ la vagina. A differenza di una normale ecografia addominale o pelvica, in cui lo strumento ad ultrasuoni poggia all’esterno del bacino, questa procedura prevede l’inserimento di una sonda ecografica di circa 5 o 8 centimetri nel canale vaginale.
È facile trovare questo esame scritto nei tre modi sopra indicati. Tralasciando la lingua italiana, l’importante è sapere: a cosa serve, in cosa consiste, come si effettua e perché.
Come si effettua l’ecografia transvaginale e a cosa serve
Rispondiamo al primo quesito. A cosa serve effettuare tale esame diagnostico? Grazie all’utilizzo di una piccola sonda ecografica, inserita in vagina, si può visualizzare l’apparato genitale femminile in modo preciso e completo.
Viene, infatti, prescritto da uno specialista perché attraverso di esso si può osservare nel migliore dei modi: il collo dell’utero, l’utero e le ovaie. Oggetto di una indagine più accurata potrebbe essere proprio l’epitelio che riveste la cavità interna dell’utero.
Per riassumere possiamo dire che l’ecografia trasvaginale aiuta il medico a cogliere dettagli anatomici e funzionali e a raccogliere dati preziosi per elaborare la sua diagnosi
Come si effettua l’ecografia tranvaginale?
Come abbiamo già anticipato viene utilizzata una piccola sonda ecografica rivestita da una pellicola ricoperta di gel.
Quest’ultima viene introdotta nella vagina e da qui inizia a emettere ultrasuoni che vengono poi riflessi in modo differente dai tipi di tessuti circostanti. Le onde cambiano a seconda degli ostacoli che incontrano ovvero in relazione alla loro densità per il fenomeno dell’eco.
La sonda genera e raccoglie onde. Ogni segnale viene poi registrato da uno specifico computer collegato. L’elaborazione dei dati raccolti permette a questo strumento di catalogare il tutto e restituire immediatamente immagini accurate degli organi oggetto di indagine e delle loro caratteristiche.
I motivi per cui viene prescritta l’ecografia TVS
L’ecografia transvaginale viene solitamente prescritta a donne che presentano problemi molto diversi fra loro. Lo specialista può richiederla per:
- problemi di infertilità;
- sanguinamenti anomali;
- dolori pelvici di origine ignota;
- amenorrea;
- malformazioni congenite di utero e ovaie;
- presenza di cisti, fibromi, tumori e infezioni;
- presenza di una gravidanza extrauterina. Essa si verifica quando il feto si impianta al di fuori dell’utero, di solito nelle tube di Falloppio.
L’impiego di questo esame diagnostico è comune anche durante la gravidanza. In quali casi? Oltre alla presenza di una gravidanza extrauterina si può voler:
- Monitorare il battito cardiaco del feto;
- Osservare la cervice per eventuali cambiamenti e complicazioni;
- Esaminare la placenta;
- Diagnosticare un possibile aborto spontaneo.
Al termine del primo mese di gestazione può accorrere in aiuto per osservare precocemente le immagini dell’embrione e degli annessi. La definizione e la qualità delle immagini sono nettamente superiori all’ecografia transaddominale. Nelle fasi successive della gravidanza, invece, l’ecografia transvaginale viene utilizzata soprattutto per monitorare le zone adiacenti alla cervice.
Quando effettuare l’esame
Non c’è una fase della vita specifica durante la quale viene consigliato a tutte le donne di sottoporsi a tale esame. Non vi è una età consigliata così come avviene in altri casi. Il medico può prescrivere l’ecografia transvaginale ogni qualvolta ve ne sia una effettiva necessità.
Non si tratta infatti di una procedura utilizzata a scopo preventivo. Siamo piuttosto di fronte a un esame utilizzato per comprendere meglio la natura di problemi e complicazioni.
La procedura è estremamente sicura tanto che, come dicevamo, si utilizza tale ecografia anche in gravidanza perché non mette a rischio il feto.
Oltre a questo l’esame può essere effettuato in qualsiasi fase del ciclo mestruale. Perfino in questo caso non vi sono controindicazioni.
L’importante è rimuovere i tamponi prima di sottoporsi all’esame.
Unica attenzione deve essere riservata alle donne ancora vergini. In questo caso è il ginecologo a valutare l’elasticità dell’imene per consentire l’esecuzione del test.
Come ci si prepara per una ecografia tranvaginale
Fra le informazioni utili che ciascuna paziente deve conoscere prima di sottoporsi ad una ecografia transvaginale vi sono quelle legate alla fase della preparazione pre indagine.
L’esame transvaginale si esegue solitamente a vescica vuota. Sono più rari i casi in cui viene richiesto alle donne di averla piena. Solitamente dunque non occorre bere almeno un litro d’acqua un’ora prima di sottoporsi all’esame evitando oltretutto di urinare prima di aver completato il test. Ciò avviene più frequentemente quando si effettua una normale ecografia.
A parte rari casi non occorre alcun tipo di preparazione specifica nei giorni o nelle ore precedenti all’ecografia. Alla paziente può essere richiesto però di recarsi in ambulatorio con altri risultati di esami precedentemente prescritti.
La paziente, nel momento dell’ecografia transvaginale, viene spogliata dalla vita in giù e sistemata sul lettino nella classica posizione ginecologica.
La procedura è del tutto indolore e non provoca alcuna conseguenza. Si può avvertire un po’ di pressione durante l’esame così come si possono sentire i movimenti della sonda controllata dal medico. Nella maggior parte dei casi non si riscontrano problemi. Se si avvertono dolori, invece, è bene avvisare immediatamente e far sospendere il test.
Al termine dell’ecografia transvaginale la paziente può far rientro a casa e riprendere la propria quotidianità. Non vi sono controindicazioni neppure per rimettersi alla guida.
Per concludere sottolineiamo che l’ecografia transvaginale è un esame che si esegue in ambulatorio e richiede un lasso di tempo molto breve che può variare da paziente a paziente. Generalmente si calcola che possa venir effettuato in 30-40 minuti.
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