
Dismenorrea: le cause, i sintomi e le cure
I dolori legati al ciclo mestruale colpiscono, in modo più o meno intenso e prima dell’inizio delle mestruazioni, donne fertili di qualunque età; non a caso, così come affermato anche dal Dott. Guido Ambrosini ginecologo a Padova, la dismenorrea è tra le condizioni più comuni che vengono trattate in ginecologia.
Cos’è la dismenorrea?
Il termine dismenorrea viene utilizzato in ambito medico per indicare i dolori mestruali; di conseguenza, consiste in un dolore intenso al basso ventre che si manifesta, solitamente ma non sempre, qualche giorno prima della comparsa delle mestruazioni. Tendenzialmente il dolore è acuto, ma può manifestarsi anche in modo sordo, crampiforme e costante.
Dato che la dismenorrea rientra tra i sintomi più comuni della sindrome premestruale, può essere accompagnata anche da:
- mal di testa;
- nausea;
- stipsi o diarrea;
- lombalgia.
Si tende spesso a “normalizzare” la dismenorrea riducendola ai normali crampi e fastidi che vengono avvertiti dalla maggior parte delle donne durante le mestruazioni; questo atteggiamento è sbagliato, perché a differenza di qualche dolorino momentaneo, i sintomi della dismenorrea sono spesso invalidanti, tanto da costringere molte donne ad assentarsi da scuola o da lavoro, e necessitano di cure particolari.
I trattamenti da mettere in atto dipendono, ovviamente, dalle cause scatenanti e dal tipo di dismenorrea di cui si soffre.
Cause e tipologie di dismenorrea
Quando si parla di dismenorrea, infatti, bisogna innanzitutto distinguerla in due tipologie diverse, che si differenziano per la loro eziologia:
- dismenorrea primaria o essenziale (funzionale): si manifesta in assenza di alterazioni, disfunzioni o malfunzionamenti dell’apparato riproduttivo;
- dismenorrea secondaria (acquisita): è la conseguenza di una patologia, alla quale è possibile risalire attraverso gli esami opportuni.
Dismenorrea primaria: cos’è e le cause
La dismenorrea primaria compare fin da subito, precisamente dai 6 ai 12 mesi dopo il menarca (quindi dopo la prima mestruazione). Il prerequisito perché si possa diagnosticare la condizione è che il ciclo sia ovulatorio e, quindi, sia presente quel progesterone che produce le prostaglandine a livello endometriale.
Le cause della dismenorrea primaria non sono ancora state accertate; tuttavia, si suppone che alla base ci sia una concatenazione di fattori, con protagoniste proprio le prostaglandine. Il dolore avvertito è provocato dalle contrazioni della parete uterine indotte, appunto, dalle prostaglandine che, riducendo il flusso enzimatico all’utero, causa fitte e crampi insopportabili.
Dismenorrea secondaria: cos’è e le cause
Le prostaglandine giocano un ruolo decisivo anche nella dismenorrea secondaria, così chiamata perché si manifesta durante l’adolescenza o dopo i 20 anni di età, ed è causata da fattori ben precisi. Le cause più comuni sono:
- endometriosi pelvica, cioè la presenza di endometrio (il tessuto che si trova normalmente nell’utero) in organi diversi dall’utero;
- adenomiosi o endometriosi interna, cioè quando le ghiandole endometriali si espandono verso la parete muscolare dell’utero;
- imene perforato;
- vagina doppia con emivagina non comunicante;
- fibromatosi uterina;
- malformazioni mulleriane congenite:
- varicocele pelvico;
- atresia del canale cervicale;
- utero bicorne con corno non comunicante con la cervice;
- malattia infiammatoria pelvica cronica;
- polipi endometriali;
- dispositivo intrauterino;
- stenosi del canale cervicale acquisita, causata da un aborto settico.
In presenza di dismenorrea secondaria, la sintomatologia varia da donna a donna. Generalmente, i sintomi più comuni sono:
- dolore, più o meno intenso, che può coinvolgere anche la schiena e l’interno coscia;
- crampi o spasmi al basso ventre;
- sbalzi d’umore;
- stanchezza e spossatezza;
- vomito e diarrea;
- capogiri e svenimenti.
Quanto dura il dolore con la dismenorrea?
Le donne colpite da dismenorrea primaria iniziano ad avvertire dolore dai 6 ai 12 mesi dopo il menarca; è molto comune nelle giovani donne, ma i sintomi tendono a diminuire gradualmente con l’avanzare dell’età.
Di solito, il dolore inizia alcune ore prima dell’arrivo delle mestruazioni e dura circa 24 ore. In alcune occasioni può durare anche 48-72 ore, ma diminuisce in intensità.
Le donne che soffrono di dismenorrea secondaria, invece, possono avvertire dolore in qualsiasi momento dopo il menarca; la comparsa è, quindi, tardiva e può essere accompagnata da altri sintomi come:
- mestruazioni irregolari e addonanti;
- dispareunia, cioè dolore durante o dopo i rapporti sessuali;
- infertilità.
Come si ottiene la diagnosi di dismenorrea?
Di norma, è possibile diagnosticare la dismenorrea attraverso una storia clinica dettagliata e una visita ginecologica. Il medico, infatti, può basarsi su alcune informazioni importanti, quali:
- età di comparsa del dolore;
- localizzazione del dolore;
- durata e caratteristiche del dolore;
- fattori che aumentano o alleviano il dolore.
Si arriva, quindi, a una diagnosi a seguito di un controllo ginecologico che valuti la sintomatologia avvertita e di un’ecografia transvaginale che consenta di controllare lo stato di salute e la funzionalità degli organi riproduttivi.
In presenza di dismenorrea secondaria, poi, possono rivelarsi utili ulteriori esami strumentali:
- risonanza magnetica;
- isteroscopia;
- laparoscopia.
Sono tutti esami che permettono di approfondire e di rilevare l’eventuale presenza di un fibroma, un polipo o qualsiasi altro corpo estraneo interno.
Come si cura la dismenorrea?
In base all’eziologia e all’entità dei sintomi, la dismenorrea può essere trattata in modo diverso: si può partire da rimedi conservativi associati a una terapia farmacologica per arrivare, nei casi più estremi e necessari, all’intervento chirurgico.
Trattamento farmacologico per la dismenorrea
La dismenorrea non è una condizione universale, poiché ogni donna ha una soglia del dolore differente; pertanto, chi ne sente effettivamente bisogno, in presenza di dolori insopportabili può ricorrere all’assunzione di FANS (farmaci antidolorifici non steroidei), ovviamente solo dopo aver sentito il parere medico. Tra i principi attivi più efficaci contro i dolori della dismenorrea rientrano l’ibuprofene e il naprossene.
Trattamento ormonale per la dismenorrea
In casi più gravi di dismenorrea, che provocano dolori talmente intensi da rivelarsi invalidanti, il ginecologo potrebbe valutare la prescrizione di una terapia ormonale con un contraccettivo orale progestinico a basso dosaggio. Così facendo, l’ovulazione viene soppressa e, di conseguenza, anche il dolore.
In altri casi, il medico potrebbe optare per altre soluzioni contraccettive, come i dispositivi intrauterini, ideali soprattutto per le pazienti con problemi gastrici e/o intestinali.
Trattamento conservativo per la dismenorrea
Se le mestruazioni sono dolorose ma si ha a che fare con una dismenorrea lieve, e quindi gestibile, si può ricorrere ad alcuni rimedi conservativi che non prevedono l’assunzione di farmaci:
- poggiare la borsa dell’acqua calda sul basso ventre;
- bere bevande calde;
- consumare pasti leggeri e frequenti;
- praticare sport come yoga e tecniche di rilassamento;
- assumere integratori alimentari a base di vitamine e sali minerali, soprattutto calcio, magnesio e vitamina B6;
- consumare cibi ricchi di omega-3;
- in caso di obesità o sovrappeso, perdere i chili in eccesso;
- praticare costante attività sportiva;
- massaggiare delicatamente il basso ventre.
Trattamento chirurgico per la dismenorrea
Come già visto, alla base della dismenorrea secondaria potrebbe nascondersi una patologia specifica, come la presenza di un fibroma o di un polipo uterino; in questi casi, l’unico modo per eliminare il dolore prevede l’intervento chirurgico, solitamente svolto in laparoscopia e, quindi, con tecniche mini-invasive che non prevedono un decorso post-operatorio lungo e difficile.
Se ti trovi a Padova, che sia anche solo per studio o lavoro, le tue mestruazioni sono dolorose e pensi di soffrire di dismenorrea, contatta lo studio di ginecologia del Dott. Ambrosini a Padova.
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